Ci piace esaltarci per le piccole cose.
Preferiamo guardarci alle spalle e sorridere degli entusiasmi durati lo spazio di un mattino che rimanere seduti in poltrona a studiare per poi esprimere giudizi del tutto assennati.
Accettiamo di buon grado il RIMORSO ma non siamo fatti per il rimpianto.
Il concerto lo viviamo in prima fila, ascoltiamo la musica dai monitor del palco e di solito non ci capiamo granché.
Ci piacciono i club che ci piacciono non quelli dove il palco è alto, l’amplificazione è magnifica e si sente tutto perfettamente.
Vogliamo vedere il sudore, le smorfie e i sorrisi, vogliamo sapere di che colore sono le scarpe di chi sta suonando.
Ci piace muoverci.
La perfezione della forma non ci interessa.
Il punk NON ha rovinato la musica.
Tutti possono prendere in mano uno strumento e suonare su un palco senza aver alcuna cognizione di quello che stanno facendo, allora come ora.
LA PERFEZIONE CI ANNOIA.
Non scambieremmo mai uno qualunque dei dischi a cui Pitchfork ha regalato un 9 con uno qualunque dei dischi del catalogo In the Red che abbiamo in casa.
Preferiamo vedere il sangue che scorre dalle sbucciature sui gomiti e le ginocchia.
Le cicatrici raccontano storie.
Gli spigoli sono fatti per sbatterci contro, per ammaccare la lucida e inutile cromatura di quello che ci finisce contro.
I dj che suonano con computer e i-pod sono il presente e il futuro.
Fosse per noi suoneremmo solo VINILE.
Noi non abbiamo alcun futuro.
Ci limitiamo ad alzare il cursore del volume.
E facciamo rumore.
ANFETAMINADO! @ Covo Club, Sabato 17 ottobre 2009.
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